Nella produzione di oggetti hi-tech, come smartphone, tablet e pc, vengono impiegati alcuni metalli la cui disponibilità, nei prossimi 10/20 anni, potrebbe essere molto scarsa.
A dirlo uno studio della Yale School of Forestry & Environmental Studies.
Secondo lo studio, nei prossimi due decenni, l'approvvigionamento di metalli come cromo, tungsteno e tantalio, molto usati nei componenti elettronici, potrebbe essere molto difficile se non quasi impossibile.
Alcuni metalli sono disponibili quasi interamente come sottoprodotto. Non si possono estrarre appositamente ed esistono in piccole quantità
spiega Thomas Graedel, nell'articolo pubblicato dalla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences.
Se per metalli come rame, zinco ed alluminio non dovrebbero esserci problemi di approvvigionamento, per altri come gallio e selenio il problema c'è.
Attualmente per alcuni metalli (cromo, niobio e tungsteno) esistono norme che limitano le estrazioni, cosa però che non è prevista per oro, mercurio e tutti i metalli del gruppo del platino. Bisogna anche notare che per alcuni metalli c'è anche un problema geopolitico, un esempio è il tantalio, estratto quasi esclusivamente in Congo, paese politicamente molto instabile.
Per altri, come l'indio (usato nei display) non c'è attualmente alcuna alternativa valida.
L'unica soluzione sarebbe quindi il riciclo.
Ma, al momento, recuperare questi materiali dai dispositivi che vengono gettati via è un procedimento molto complicato.
Molto di ciò che rende difficile il riciclo di questi materiali è il design dei dispositivi
spiega Graedel.
Il consiglio per i produttori è quello di iniziare a pensare al riciclo sin dalla progettazione dei nuovi componenti elettronici.